Cultura

Lo spazio futuribile è questione di classe

Lo spazio futuribile è questione di classeUna scena da «Cloud Atlas» (2012)

SCAFFALE «Pechino pieghevole» (Add editore), della scrittrice cinese Hao Jingfang. Vincitrice del premio «Hugo», ha indagato il terribile sfaldamento metropolitano in chiave fantascientifica. Oltre Ballard e le sue distopie in cui i luoghi vivibili si restringevano, ora si assiste al collasso del presente

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 15 luglio 2020
Da Metropolis (1927) di Fritz Lang, fino alla più recente serie televisiva Altered Carbon, la città e la volontà di dare voce, di rendere plastica, l’alienazione metropolitana e le diseguaglianze delle società, costituiscono alcuni aspetti fondamentali sia nella distopia cinematografica, sia in quella che si può definire letteratura speculativa. In Occidente il maestro incontrastato di questo genere è senza dubbio James G. Ballard che della ricerca dei mutamenti antropologici e del tentativo di raccontare tendenze future ha fatto il centro della sua opera: la città – o una parte di essa – riveste una rigorosa importanza come simbolo dello spazio...

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