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Lo spazio pubblico da riconquistare dopo la reclusione domestica

Lo spazio pubblico da riconquistare dopo la reclusione domesticaPiazza Maggiore a Bologna – LaPresse

Scenari La mancanza di luoghi e ambienti pubblici, di socialità esercitata nello spazio comune, ha acuito le divergenze sociali. Ma lo spazio pubblico non è solo il “fuori”. È viceversa il cuore pulsante di una società civile. Per capire l’erosione dello spazio sociale, oggi aiutano le riflessioni di Simone Weil (" è un’esigenza dell’anima"), e di Hanna Arendt ("è l’agire insieme")

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 23 aprile 2020
La pandemia ci sta privando dello spazio pubblico, luogo precipuo della politica, della socialità, dell’uguaglianza. Stiamo vivendo forse l’ultimo capitolo di un processo che ha impoverito i nostri ambienti di vita: se il neoliberismo aveva avviato l’opera privatizzando città e piazze, il virus la completa. È dunque il momento di riflettere sulle qualità di luoghi e spazi comuni, e sul futuro urbano. “Vivremo on line”, è l’epigrafica riflessione di un amico filosofo nei minuti in cui la detenzione domestica veniva estesa a sessanta milioni di italiani. Impareremo, daremo lezioni, lavoreremo, consumeremo, socializzeremo dall’interno delle mura domestiche (per chi una casa...

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