Visioni
Lo specchio rovesciato
Sanremo Pochi brani memorabili al festival e il paradosso dell’universo femminile rappresentato dalla folgorante Drusilla Foer. L’unica che ha capito come si maneggia il trash è Orietta Berti, regina sulla nave
Amadeus e Drusilla Foer – foto La Presse
Sanremo Pochi brani memorabili al festival e il paradosso dell’universo femminile rappresentato dalla folgorante Drusilla Foer. L’unica che ha capito come si maneggia il trash è Orietta Berti, regina sulla nave
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 5 febbraio 2022
Come in una foto che ha il suo punctum, anche Sanremo 2022 ha quei particolari che svelano la sua essenza non dichiarata, e straniante. Questo Sanremo è come uno specchio rovesciato che, proprio perché messo al contrario, mostra chi è davvero, al di là dei lustrini, dell’autopromozione di rete, dell’ubriacante autocelebrazione. Partiamo dalle canzoni, che dovrebbero essere il centro di tutto. Il bilancio è quello di una creatività appannata e ripetitiva. A PARTE Mahmood e Blanco, che cantano con convinzione i brividi di un amore assoluto (però quel falsetto, vi prego basta), salvando Elisa per la bravura, Rettore e Ditonellapiaga...