Lo studioso che credeva in un nuovo umanesimo sociale
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Lo studioso che credeva in un nuovo umanesimo sociale

Vittorio Capecchi È un pezzo della storia del movimento operaio e della ricerca sociale, nello stesso tempo un accademico di primo piano nei settori della matematica applicata alle scienze sociali
Pubblicato più di un anno faEdizione del 2 agosto 2023

È molto difficile per me parlare di Vittorio Capecchi, venuto a mancare sabato scorso, per il legame di amicizia e di collaborazione che si è stretto da quando l’ho conosciuto, circa quindici anni fa; lui era già professore emerito di sociologia e sociologia economica nell’Università di Bologna e un eminente figura del movimento sindacale. Insieme a sua moglie Amina Crisna sinologa, anch’essa docente all’Alma mater, costituiscono una coppia veramente originale di personalità, senza alcuno dei difetti tipici delle élite: semplici, schietti, alla mano, simpatici e instancabili conversatori.

Vittorio è un pezzo della storia del movimento operaio e della ricerca sociale, nello stesso tempo un accademico di primo piano nei settori della matematica applicata alle scienze sociali, avendo insegnato a lungo in diverse università in Italia e all’estero.
È stato direttore della prestigiosa rivista internazionale di ricerche matematiche Quality & Quantity ed. Springer e della rivista Inchiesta, caposaldo della ricerca economico sociale, di riferimento per il sindacato in particolare la Fiom, per cui Vittorio ha ricoperto importanti ruoli di rilievo nazionale e internazionale.

È impossibile sintetizzare in poche righe i molteplici interessi e attività in cui si è impegnato, in una vita dedita all’insegnamento e pari tempo all’impegno politico e culturale al fianco del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici oltre che della cooperazione, nel centro studi della FLM, sui temi economici come nella valorizzazione della sanità pubblica, tra gli altri un intenso impegno per l’abolizione delle istituzioni sanitarie totali.

Erede della migliore tradizione dell’inchiesta sociale dei Quaderni rossi di Raniero Panzieri, Inchiesta diretta da Capecchi ha rappresentato per lungo tempo una delle più prestigiose pubblicazioni documentarie, vero e proprio osservatorio delle trasformazioni socio-economiche del Paese, cui Capecchi ha lavorato fino agli ultimi giorni della sua vita, anche nel formato digitale https://www.inchiestaonline.it/

Fin quando è stato bene ha avuto un’incrollabile voglia di proseguire il suo lavoro: a un certo punto alcuni anni fa, mi propose di realizzare insieme una ricerca sulla situazione delle imprese innovative della regione Emilia Romagna, così abbiamo scorrazzato per due anni in lungo e largo, per intervistare le migliori realtà produttive di tutte le dimensioni del territorio.

Per me un’esperienza di grande valore in cui ho potuto apprezzare la profonda, direi enciclopedica, cultura di Vittorio insieme all’instancabile e attiva curiosità del ricercatore. Ne è sortito un libro edito dal Mulino Tra storia e futuro, politiche per una regione smart, realizzato insieme anche a un’altra «testa pensante» Angiolo Tavanti sindacalista ed esperto di finanza aziendale, grande amico e collaboratore di Vittorio.

Di recente Capecchi aveva ricevuto, un prestigioso riconoscimento dal governo giapponese: Ordine del Sol levante Raggi d’oro con nastri, conferitogli dall’addetto culturale dell’ambasciata di Roma, a coronamento dei suoi studi e della collaborazione nelle scienze sociali con il mondo accademico del lontano Paese, impegno proseguito in questi anni nella ricerca, condivisa con Amina sui temi della filosofia orientale per un nuovo umanesimo sociale.

Tantissime/i compagne e compagni in questi giorni, stanno manifestando il bisogno e il piacere di poter testimoniare della loro esperienza con Vittorio sia come docente che dal punto di vista dell’impegno politico, sociale e culturale.
Come manifesto in rete non faremo mancare l’occasione di un incontro, per ricordarlo con tutto l’affetto e la riconoscenza che merita.

I funerali si svolgeranno oggi alle ore 15.00, nella chiesa di san Giovanni in Monte, in piazza san Giovanni in Monte 1 a Bologna, officiati da monsignor Stefano Ottani.

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