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L’obbligo dello spettacolo, anche senza teatro

L’obbligo dello spettacolo, anche senza teatroLo stadio del Borussia Dortmund alla ripresa della Bundesliga – Ap

Gegenpressing ordoliberale Stadi vuoti, spalti deserti, ritiri blindati, festeggiamenti vietati, tamponi rubati, quarantene immaginate. Il tutto per intascare la sesta rata stagionale delle televisioni, che le società hanno già immaginato nei loro disastrosi bilanci

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 17 maggio 2020
Dal teatro senza spettacolo evocato da Carmelo Bene siamo passati allo spettacolo senza teatro imposto dalla confindustria del pallone: stadi vuoti, spalti deserti, ritiri blindati, festeggiamenti vietati, tamponi rubati, quarantene immaginate. Il tutto per intascare la sesta rata stagionale delle televisioni, che le società hanno già immaginato nei loro disastrosi bilanci. Altrimenti crolla tutto. Diffidate di chi vi dice che il pallone è la terza industria del paese, o altre amenità del genere, e il calcio deve ripartire perché nel meraviglioso mondo della trickle down economy le briciole dei miliardari andranno a sfamare i poveracci. Secondo l’ultimo report della stessa...

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