L’obiettivo è tornare a un Parlamento di nuovo legittimato
Che cos’è un parlamento, che cosa significa l’espressione «parlamento rappresentativo»? Il parlamento dei nominati, con premio di maggioranza abnorme, non è un parlamento rappresentativo, rappresenta i segretari dei partiti che […]
Che cos’è un parlamento, che cosa significa l’espressione «parlamento rappresentativo»? Il parlamento dei nominati, con premio di maggioranza abnorme, non è un parlamento rappresentativo, rappresenta i segretari dei partiti che […]
Che cos’è un parlamento, che cosa significa l’espressione «parlamento rappresentativo»? Il parlamento dei nominati, con premio di maggioranza abnorme, non è un parlamento rappresentativo, rappresenta i segretari dei partiti che hanno compilato le liste dei nominandi, non i cittadini. La Costituzione repubblicana manifestamente è violata (Gaetano Azzariti, «Il problema è politico, non di governabilità», il manifesto, 10 dicembre).
Democrazia diretta, democrazia rappresentativa. Negli Stati di grandi proporzioni (di questo hanno discusso i Padri Fondatori americani) la democrazia non può che essere rappresentativa; magari con a fianco forme di democrazia diretta, referendum, come previsto dalle costituzioni di molti paesi (le costituzioni francesi, in particolare, sul referendum abbondano).
In nome della governabilità, la legge porcellum di Calderoli e compagni ha messo da parte la democrazia rappresentativa e ha introdotto la democrazia manipolativa (Stefano Rodotà, «Le ragioni della Corte», la Repubblica, 6 dicembre). Il parlamento eletto con la legge Calderoli è un non-parlamento. Lo sapevano tutti. Dopo la sentenza della Corte costituzionale ovviamente lo è ancor di più.
Oggi il parlamento è doppiamente delegittimato: dalle ragioni che conoscevamo, ripetute da tutti i costituzionalisti e, per verdetto, dalla Corte costituzionale. Ne deriva un effetto importante già acquisito e messo in evidenza da molti costituzionalisti: il parlamento doppiamente delegittimato non può più osare di metter mano alle preannunciate riforme costituzionali: presidenzialismo e altro.
La Costituzione «è tornata», scrive ancora Rodotà (ben tornata). Ancora una volta, come commenta Domenico Gallo (il manifesto, 6 dicembre), la Costituzione ha vinto: «Ha vinto la lungimiranza dei padri costituenti…». La sentenza della Consulta «ha una portata epocale», anche se crea i problemi ben messi in evidenza da Gustavo Zagrebelsky (la Repubblica, 8 dicembre). Secondo Zagrebelsky, la Corte avrebbe fatto meglio a risuscitare il Mattarellum. È discutibile, ma non mi soffermo su questo aspetto.
In punto di retroattività delle sentenze della Corte costituzionale si è espresso con chiarezza Alessandro Pace (la Repubblica, 10 dicembre). L’Italia ha ottimi costituzionalisti e ottimi magistrati. Il delegittimato parlamento italiano può ancora legiferare ma in limiti ben precisi. Lo sbocco immediato del parlamento iperdelegittimato deve essere quello di ritornare ad un parlamento pienamente legittimato. La pretesa che questo parlamento possa fare riforme costituzionali, oltre il limite indicato da Pace, è assurda.
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