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L’odio per il «disperazionismo»

L’odio per il «disperazionismo»Afghanistan, 2004 – Mario Dondero

Ricordando, in queste ore, con intensità e dolore Valentino, mi viene in mente il fermo ma dolce insegnamento di Rosa Luxemburg: «Abbiamo molto da fare e, quindi, molto da studiare». […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 5 maggio 2017
Ricordando, in queste ore, con intensità e dolore Valentino, mi viene in mente il fermo ma dolce insegnamento di Rosa Luxemburg: «Abbiamo molto da fare e, quindi, molto da studiare». Valentino lo ricordo così sin dal 1970: spontaneamente gramsciano, parte organica di un intellettuale collettivo. Profondamente progettuale, mai spontaneista, ma amante dell’«azzardo programmatico», fautore dell’organizzazione strutturata ma fortemente democratica della soggettività antagonista. Un dirigente comunista «vero», di grande equilibrio. Rigoroso ma non severo. Grande formatore di ragazze e giovani. Arguto, colto, amante del paradosso, del nocciolo di verità che esso sempre cela. Lo ricordo, nelle nostre interminabili ed impegnate riunioni...

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