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L’«odore» afghano del ritorno del presidente Usa
G7 Più che un cronista di guerra ci vuole un curatore fallimentare, per certificare l’ingloriosa chiusura della ditta per l’«esportazione in armi della democrazia»
G7 Più che un cronista di guerra ci vuole un curatore fallimentare, per certificare l’ingloriosa chiusura della ditta per l’«esportazione in armi della democrazia»
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 11 giugno 2021
Arriva Biden in Europa e la domanda che ci riguarda è: quanti Afghanistan verranno ancora? Più che un cronista di guerra qui ci vuole un curatore fallimentare, per certificare l’ingloriosa chiusura della ditta per l’«esportazione in armi della democrazia». L’ammainabandiera italiano in un desolante hangar di Camp Arena a Herat – neppure si è osato farlo all’aperto – è stata la striminzita scenografia del fallimento di una generazione di politici e strateghi da strapazzo che porta la responsabilità di centinaia di migliaia di morti civili, di soldi buttati al vento, di risorse umane e materiali bruciate. In Afghanistan dopo 20...