Cultura
L’oggettività limpida delle meraviglie urbane di Claes Oldenburg
Il personaggio Scomparso lunedì a New York a 93 anni lo scultore di origine svedese. Fu tra i maestri della pop art. «Sono per un’arte che tragga le sue forme dalla vita e si espanda fino all'impossibile», disse del suo lavoro.
1970, Oldenburg in posa vicino al «Giant Three-Way Plug» all’Oberlin College – Foto, Allen Memorial Art Museum dell’Oberlin College
Il personaggio Scomparso lunedì a New York a 93 anni lo scultore di origine svedese. Fu tra i maestri della pop art. «Sono per un’arte che tragga le sue forme dalla vita e si espanda fino all'impossibile», disse del suo lavoro.
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 20 luglio 2022
«Meraviglie urbane»: così Germano Celant aveva intitolato il suo lungo saggio per la mostra di Claes Oldenburg ai Musei Civici di Venezia del 1999. Titolo perfetto e assolutamente calzante per questo grande artista pop scomparso lunedì a New York, a 93 anni (era nato a Stoccolma nel 1929). Il titolo, Oldenburg se lo era sempre spartito con Coosje von Bruggen, la sua seconda moglie, morta nel 2009, con la quale aveva realizzato un felice binomio, che dalla vita privata scavallava poi nel lavoro, attraverso la reinvenzione di un’arte pubblica, audace ma alla portata di tutti. SIN DAL 1959 OLDENBURG aveva...