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L’Orestea ai Parioli, nottetempo

L’Orestea ai Parioli, nottetempo

Festa del cinema di Roma Esordio in bianco e nero, girato senza attori professionisti e con l'utilizzo dello smartphone, «Le Eumenidi» di Gipo Fasano rievoca il classico di Eschilo e si affida alla voce di Pier Paolo Pasolini

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 17 ottobre 2020
«Voi tutti conoscete la trama dell’Orestiade di Eschilo, la ripeto qui in poche parole, e dirò soltanto i fatti». Ci si trova subito dinnanzi a un primo contrasto, ne Le Eumenidi di Gipo Fasano, esordio tra i meno «allineati» del cinema italiano attuale, perché lo spettatore è costretto tra due reliquie del passato, remoto e prossimo. C’è la tragedia greca da un lato (il passato remoto) e gli appunti per l’Orestiade africana di Pier Paolo Pasolini dall’altro (il passato prossimo). Entrambi momenti non più presente nel quotidiano, retaggi di mondi e orizzonti perduti. Si aggrappa a Pasolini, in un incipit...

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