Cultura
Louise Chennevière, quando la violenza va in frantumi
INTERVISTA Parla la scrittrice francese a proposito del suo esordio letterario, «Cagna» (edito da Giulio Perrone). Un romanzo in cui il «tu narrante» racconta le molte voci femminili, discordanti ma potenti. «Nel libro incontriamo le "spodestate", ridotte al silenzio, ma anche le "possedute" che assumono e rivendicano la propria mostruosità come una potenza»
Un ritratto di Louise Chennevière, foto di Teddy Attia
INTERVISTA Parla la scrittrice francese a proposito del suo esordio letterario, «Cagna» (edito da Giulio Perrone). Un romanzo in cui il «tu narrante» racconta le molte voci femminili, discordanti ma potenti. «Nel libro incontriamo le "spodestate", ridotte al silenzio, ma anche le "possedute" che assumono e rivendicano la propria mostruosità come una potenza»
Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 29 ottobre 2020
Cagna è il titolo che Perrone editore ha scelto per l’opera prima di Louise Chennevière (pp. 280, euro 18, traduzione di Francesco Leto), giovane scrittrice francese. L’originale riprende la similitudine del passaggio sadiano che l’autrice cita in esergo al suo testo «Come la cagna e la lupa la donna deve appartenere a chiunque la desideri», lasciando presagire pagine di compiaciuta filiazione alla filosofia nel boudoir. Tuttavia il presagio non si avvera e Comme une chienne non prende le mosse da La vita sessuale di Catherine M. di Catherine Millet ma piuttosto dall’esigenza di dirsi che si legge ne L’evento di...