Cultura
L’ovattata violenza degli anatemi critici di Harold Bloom
La scomparsa dell'intellettuale Non risparmiò condanne perentorie a scrittori affermati come Doris Lessing e a Nobel come Le Clézio. Le sue pagine su Kafka e Beckett, ma anche sui romantici inglesi, sono ricche di correlazioni preziose, somiglianze impreviste
Harold Bloom e John Ward della Oxford University Press
La scomparsa dell'intellettuale Non risparmiò condanne perentorie a scrittori affermati come Doris Lessing e a Nobel come Le Clézio. Le sue pagine su Kafka e Beckett, ma anche sui romantici inglesi, sono ricche di correlazioni preziose, somiglianze impreviste
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 16 ottobre 2019
Sapevamo che Harold Bloom era molto malato da tempo, ma non che facesse ancora lezione a casa sua come è avvenuto giovedì scorso, l’11 ottobre, tre giorni prima della morte. Era nato l’11 luglio del 1930 a New York, erede dei grandi professori vittoriani come Arnold, Pater, Jowett, Newman, insegnava a Yale letteratura inglese e letteratura americana, conoscitore di greco e di ebraico, latino, yiddish, francese, spagnolo, portoghese, italiano. Alcuni di noi lo ricorderanno quando, molti anni fa, venne a un nostro convegno a Bologna, e seduto sui gradini continuò a lungo a dialogare con gli studenti. LA SUA SPECIALITÀ...