Visioni
Lucia Latour, il corpo danzante è un’arte
A teatro Addio alla coreografa e architetta, tra i suoi lavori «Frilli Troupe», «Marmo asiatico», «Physico». Nella sua ricerca ha unito al movimento arti visive, scultura, nuove tecnologie, con il gruppo Altro/Lavoro ha dato vita a un’esperienza decisiva per le avanguardie storiche
Un momento dallo spettacolo «Physico» – Massimiliano Botticelli
A teatro Addio alla coreografa e architetta, tra i suoi lavori «Frilli Troupe», «Marmo asiatico», «Physico». Nella sua ricerca ha unito al movimento arti visive, scultura, nuove tecnologie, con il gruppo Altro/Lavoro ha dato vita a un’esperienza decisiva per le avanguardie storiche
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 20 aprile 2019
Ripensare oggi a Lucia Latour, coreografa, architetto che a partire dagli anni Settanta del Novecento si è occupata con determinazione e focosa lucidità della danza in relazione mobile e sperimentale con la scultura, la pittura, l’architettura, la musica, le nuove tecnologie, è riaccendere lo sguardo su un’artista di spessore, felicemente non ingabbiabile in categorie chiuse. Una innovatrice, un’amante della libertà, una creatrice intransigente quanto acuta, sempre pronta a rimettere in discussione tutto, costasse quel che costasse, con se stessa, i suoi collaboratori, i suoi mai banali danzatori. Mancata sabato scorso a Orvieto, lascia il compagno di sempre, il pittore Achille...