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Lucio Fulci, buio e terrore in sala

Lucio Fulci, buio e terrore in salaDa «Lo squartatore di New York» di Lucio Fulci, 1982

Intervista Antonella Fulci, preziosa collaboratrice del padre, regista di culto, venerato «terrorista dei generi» e «poeta» di immaginari cinematografici ferali

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 7 novembre 2020
Chiedimi tutto quello vuoi, se poi mi fai qualche domanda troppo «scomoda» passiamo alla prossima senza problemi», dice con tono scherzoso la primogenita di Lucio Fulci, venerato «terrorista dei generi» e «poeta» di immaginari cinematografici ferali, scomparso il 13 marzo 1996. Fin da adolescente, Antonella ha alternato i panni di assistente («già a 16 anni lavoravo sul set di La pretora») a quelli di confidente del padre (preziosi i suoi racconti e quelli della sorella Camilla – deceduta l’anno scorso – in Fulci for Fake di Simone Scafidi). E sì, è stata anche fonte di ispirazione: «Il simbolo legato a...

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