Alias
Luigi Di Gianni l’affabulatore
Antropologia Un'intervista sul successo dell'esordio, la passione per il mondo rurale, le influenze estetiche
"Magia lucana"
Antropologia Un'intervista sul successo dell'esordio, la passione per il mondo rurale, le influenze estetiche
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 1 giugno 2019
Filosofo, antropologo, regista, Luigi Di Gianni recentemente scomparso è definito il filosofo della macchina da presa ed è uno dei massimi registi e documentaristi italiani. Uno straordinario impatto antropologico segna i suoi film che esplorano l’intreccio tra ritualità magico-religiosa e Cattolicesimo nell’Italia meridionale, la fatica e la dignità del lavoro, la fragilità dell’uomo soggiogato dalla forza degli eventi. Qual è stato il tuo saggio al Centro Sperimentale? Mi sono diplomato nel 1954 con il film L’arresto, tratto dal primo capitolo de Il processo di Franz Kafka. Fu proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia. Tra il pubblico era presente anche...