Cultura

Luis Sepúlveda, un infaticabile cantastorie

Luis Sepúlveda, un infaticabile cantastorieSulla tomba di Julio Cortázar a Montparnasse foto di Francesco Gattoni

ADDII Lo scrittore cileno e la sua affabulazione tra realtà e leggenda. Non fu molto apprezzato dai critici latinoamericani, considerato un esponente della «letteratura impura». Dal libro di racconti pubblicato a vent’anni «Crónicas de Pedro Nadie», fino al successo da milioni di copie del suo «Vecchio che leggeva romanzi d’amore»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 17 aprile 2020
Chiunque volesse scrivere una biografia di Luis Sepúlveda, nato nel 1949 a Ovalle (quattrocento chilometri a nord di Santiago del Cile) e morto ieri mattina a Oviedo dopo aver lottato a lungo contro il covid-19, dovrebbe farsi largo tra gli innumerevoli aneddoti sulla sua vita seminati da lui stesso e cresciuti in selvaggia libertà sino a comporre una foresta inestricabile in cui è difficile separare la verità dalla leggenda. Ma ha davvero importanza sapere i mille episodi di una esistenza indubbiamente avventurosa e rocambolesca da militante e prigioniero, esule, viaggiatore instancabile, siano autentici fino in fondo, e se Luis Sepúlveda...

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