Politica
L’ultimo miglio di Telecom Italia
Rete fissa Lo scorporo del "tessuto nervoso" delle telecomunicazioni italiane non è materia esclusiva di bilanci e borse. Al contrario, è uno dei principali beni comuni. Su cui lo stato può ancora esercitare la "golden share"
Rete fissa Lo scorporo del "tessuto nervoso" delle telecomunicazioni italiane non è materia esclusiva di bilanci e borse. Al contrario, è uno dei principali beni comuni. Su cui lo stato può ancora esercitare la "golden share"
Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 5 giugno 2013
Lo scorporo della rete di Telecom, deciso nei giorni scorsi dal vertice del gruppo, è una «bomba ad orologeria». Nell’immediato potrebbe persino apparire una mera modalità organizzativa, senza particolari conseguenze sulle persone in carne e ossa. Non è così. E il primo effetto si vedrà sulla pelle del lavoro vivo, con le ventilate (ma guai a parlarne in un’informazione sempre più omologata) migliaia di esuberi. E l’esito della storia sarà un’ulteriore desertificazione di un paese ormai al fondo delle classifiche sull’informazione. Intanto, chiariamo che l’oggetto del desiderio è quello che viene chiamato dai mediologi il «capitale informazionale», vale a dire...