Visioni
L’umanità in cerca di una strada
A teatro «A Letter to My Nephew» del coreografo e regista Bill T. Jones, intreccio di attualità e storia intima. A Ravenna Festival un lavoro che a ogni messa in scena «rinasce» modulandosi sul momento e il luogo in cui è rappresentato
«A Letter to My Nephew» – Foto di Zani-Casadio per gentile concessione del Ravenna Festival
A teatro «A Letter to My Nephew» del coreografo e regista Bill T. Jones, intreccio di attualità e storia intima. A Ravenna Festival un lavoro che a ogni messa in scena «rinasce» modulandosi sul momento e il luogo in cui è rappresentato
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 14 luglio 2018
Francesca PedroniRAVENNA
Una scena scura con sullo sfondo una consolle. Un uomo nero, vestito di bianco con felpa e cappuccio. Uno scontro coinvolge più persone, le urla riempiono le orecchie. Poi silenzio. Il gruppo si blocca in un fermo immagine. Si ode un suono di campane. «One, two, three, four, five….». Il movimento riprende come un respiro fatto di fiati solitari, chissà per cosa si lottava. forse per noia, forse per rabbia. Danze metropolitane scandite da una voce fuori campo che è quella del coreografo. Su un grande piano quadrato, appaiono parole in proiezione. «Caro nipote, a Ravenna è estate. Le cose...