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L’umanitario che camuffa il militare
Libia Il rischio è che - a dosi omeopatiche - la presenza italiana cresca e si arricchisca di ruolo. Già siamo presenti con corpi speciali in operazioni «sotto copertura». Altroché missione umanitaria. D’altronde fu chiamata così anche la guerra in Kosovo
La battaglia per Sirte – LaPresse
Libia Il rischio è che - a dosi omeopatiche - la presenza italiana cresca e si arricchisca di ruolo. Già siamo presenti con corpi speciali in operazioni «sotto copertura». Altroché missione umanitaria. D’altronde fu chiamata così anche la guerra in Kosovo
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 14 settembre 2016
«Anche ad Amatrice siamo andati a fare una missione umanitaria». Con questo ineffabile riferimento la ministra della difesa Pinotti ha giustificato ieri – di fronte alle commissioni esteri e difesa – l’invio di 300 militari (100 parà, 135 per il supporto logistico e 65 medici, nonché una portaerei armata di tutto punto nei paraggi: mancano solo gli F35) in Libia, in un contesto dove ci sono tante micce accese: quelle del terrorismo, del conflitto interno, della ribellione separatista del generale Haftar, dello scontro geopolitico tra le potenze occidentali. Il paragone dell’invio di militari in Libia al soccorso alle vittime di...