Economia
«L’unica soluzione è la riconversione, Di Maio ha preso in giro i tarantini»
Intervista ad Alessandro Marescotti (Peacelink) «Siamo stati noi a far conoscere al M5s l’esempio della Ruhr che messa in bocca a Beppe Grillo è diventata una caricatura. Invece si tratta di esempi seri di rinascita di territori. C’è una sovrapproduzione di acciaio gigantesca, non è più un bene indispensabile»
Il fumo che esce dall'ex Ilva di Taranto
Intervista ad Alessandro Marescotti (Peacelink) «Siamo stati noi a far conoscere al M5s l’esempio della Ruhr che messa in bocca a Beppe Grillo è diventata una caricatura. Invece si tratta di esempi seri di rinascita di territori. C’è una sovrapproduzione di acciaio gigantesca, non è più un bene indispensabile»
Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 6 novembre 2019
Alessandro Marescotti, lei con Peacelink è sempre stato in prima fila nel denunciare l’inquinamento dell’Ilva a Taranto. Si aspettava che Arcelor Mittal se ne andasse? Me lo aspettavo fin dall’inizio perché, conti alla mano, mi sembrava troppo strano che riuscisse a riportare in attivo l’Ilva producendo sotto i 7 milioni di tonnellate l’anno, il punto di equilibrio fra costi e ricavi. Taranto riusciva a battere la concorrenza anche cinese solo grazie al suo gigantismo, al fatto che era diventata l’acciaieria più grande d’Europa. Due anni fa Arcelor Mittal si fidò di previsioni favorevoli di ripresa della domanda d’acciaio. Ma ora...