Visioni
L’uomo seme e la donna vita
Habemus Corpus Come spesso accade in letteratura, non è la lunghezza di un testo a farne la grandezza, ma la sua capacità evocativa e immaginifica.
Un frammento dal flano di L'uomo seme, racconto di scena ideato diretto e interpretato da: Sonia Bergamasco (Triennale 16-21 gennaio, Milano)
Habemus Corpus Come spesso accade in letteratura, non è la lunghezza di un testo a farne la grandezza, ma la sua capacità evocativa e immaginifica.
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 15 gennaio 2019
Come spesso accade in letteratura, non è la lunghezza di un testo a farne la grandezza, ma la sua capacità evocativa e immaginifica. Nelle sue circa quaranta pagine, L’uomo seme di Violette Ailhaud (edito da Playground) parla del potere della vita, della forza del desiderio, dello sfregio distruttivo delle guerre, della sanguinosa repressione scatenata da Napoleone III nel 1852 contro i repubblicani nel sud della Francia e, per contrasto, della capacità femminile di creare una socialità alternativa ripensando anche la relazione con un uomo. Scritto nel 1919 e tenuto segreto per volontà dell’autrice, morta nel 1925, fino al 1952, questo...