Scuola

L’urlo degli studenti in 40 città: «Non si può morire di scuola»

L’urlo degli studenti in 40 città: «Non si può morire di scuola»La lotta degli studenti – Francesco Corradini/Tam Tam

La protesta "Quanto sangue deve ancora versarsi? Perché nel peggiore dei casi muore, nel migliore si rimane precari a vita". Dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci nuovo venerdì di manifestazioni studentesche in tutta Italia per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro (i percorsi per le competenze trasversali, «Pcto»), contro l’insicurezza e la precarietà nella formazione professionale e la seconda prova scritta alla maturità. Nella capitale gli Stati generali della scuola, tre giorni per ripensare l’istruzione

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 18 febbraio 2022
Due tragiche morti, quelle dei giovanissimi Lorenzo Parelli (18 anni) e Giuseppe Lenoci (16 anni) hanno portato gli studenti genovesi – oggi saranno in piazza insieme ai coetanei in una quarantina di città – a formulare una domanda che toglie il fiato: «Quanto sangue deve ancora versarsi? Perché nel peggiore dei casi muore, nel migliore si rimane precari a vita poco importa che si muoia in alternanza scuola lavoro o in un corso di formazione professionale, si muore sempre all’interno di un sistema di sfruttamento di classe». A questo si aggiunge una grande incertezza: «Ancora non sappiamo su cosa verterà...

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