Visioni

Ma che ritmo quella sporca dozzina

Ma che ritmo quella sporca dozzinaDirty Six live

Note sparse Un sestetto al fulmicotone dove la figura centrale è il pianista Claudio Filippini, propone «Dirty Six»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 aprile 2019
Questa «sporca mezza dozzina» riunisce jazzisti che sposano un’ottima padronanza tecnica ad una proposta sonora che si radica nel neo-hardbop ma lo trascende. In questo senso la figura del pianista Claudio Filippini ha un ruolo chiave, anche a livello compositivo: basta sentire il suo Haze che apre l’album con una forza cinetica irresistibile per capire quale è la «lunghezza d’onda». Non è da meno il seducente Flying Horses sempre di Filippini che, come autore, è affiancato dal batterista Lorenzo Tucci e dal sassofonista Daniele Scannapieco. Il sestetto si completa con la tromba di Gianfranco Campagnoli, il trombone di Roberto Schiano...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi