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Maciunas e Fluxus, gesti di fuga dall’utile

Maciunas e Fluxus, gesti di fuga dall’utileDa sinistra, Nam June Paik, Alison Knowles, Emmett Williams, George Maciunas, Benjamin Patterson, performance ideata da Maciunas "In Memoriam to Adriano Olivetti", Fluxus Internationale Festspiele Neuester Musik, Wiesbaden, Städtisches Museum, 8 settembre 1962

George Maciunas, "Scritti Fluxus", a cura di Patrizio Peterlini e Angela Sanna, ed. Abscondita L’inafferrabilità di un’esperienza dell'avanguardia anni sessanta, fra le più scanzonate e proteiformi del Novecento, negli scritti del suo «papa»: lettere, manifesti, programmi, testi teorici, elenchi fantastici e vertiginosi... Stella luminosa e sulfurea, fondatore rispettato e insieme sconfessato, l’artista (e tanto altro) lituano sta a Fluxus come Breton al Surrealismo

Pubblicato più di un anno faEdizione del 4 giugno 2023
Ubi Fluxus Ibi Motus è il titolo, folgorante, della mostra che nell’ormai lontano 1990 Achille Bonito Oliva, con la complicità di Gino Di Maggio e di Gianni Sassi, aveva proposto negli ex granai alla Giudecca in occasione della Biennale di Venezia. Una rassegna indimenticabile, costruita con una cronologia rovesciata – dal presente al 1962, anno del primo Fluxus Internazionale Festspiele Neuester Musik, senza dimenticare le premesse d’avanguardia (Duchamp, encore) – in cui oltre cento artisti erano stati convocati in opere e soprattutto in azioni per riattivare l’inafferrabile senso di un’esperienza, Fluxus, che senza dubbio è «la più proteiforme attività espressiva...

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