Visioni
«Madrigals», inno all’unione dei corpi reinventando Monteverdi
In scena A Romaeuropa una rielaborazione musicale di Jesse Kanda con la regia di Benjamin Abel Meirhaeghe, in scena otto danzatori cantori completamente nudi
Un momento di «Madrigals» – Foto di Piero Tauro
In scena A Romaeuropa una rielaborazione musicale di Jesse Kanda con la regia di Benjamin Abel Meirhaeghe, in scena otto danzatori cantori completamente nudi
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 29 settembre 2022
Dino VillaticoROMA
Monteverdi è un pretesto. Alla lettera: il testo preesistente da rielaborare, trasformare, inventare. Ci pensano Jesse Kanda, conosciuto a molti perché collabora con Björk, e Wouter Deltour. Operazione legittima. Ogni moto d’indignazione per l’oltraggio a una musica che va rispettata è fuori luogo. La musica europea nasce come ricomposizione di musiche preesistenti, da quando un musicista cantore della Cappella parigina di Nôtre Dame, Magister Leoninus, ebbe l’idea, nel XII secolo, di sovrapporre una melodia nuova alla melodia gregoriana preesistente: tutta la musica europea e occidentale parte da qui. Quindi l’operazione che Meirhaeghe, l’ideatore di Madrigals, compie, insieme ai suoi collaboratori,...