Internazionale
Mae Sot, il purgatorio degli esuli
Reportage Nella città thailandese al confine con il Myanmar, dove i birmani in fuga dal regime dei generali finiscono nella rete di gang, mafie cinesi e sfruttatori di forza lavoro a buonissimo mercato. O nei gruppi armati autonomisti che combattono nella giungla contro le truppe di Yangon
L’interno del Freedom Caffè, ritrovo degli esuli birmani a Mae Sot – Raimondo Bultrini
Reportage Nella città thailandese al confine con il Myanmar, dove i birmani in fuga dal regime dei generali finiscono nella rete di gang, mafie cinesi e sfruttatori di forza lavoro a buonissimo mercato. O nei gruppi armati autonomisti che combattono nella giungla contro le truppe di Yangon
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 4 gennaio 2023
Raimondo BultriniMAE SOT
In direzione del confine birmano, dove la città thailandese di Mae Sot si separa da Myawaddy, il traffico scorre veloce e senza intoppi. Chi proviene da qualunque direzione all’interno della Thailandia può però vedere sull’altro lato della superstrada a 6 corsie lunghe file per i controlli di polizia negli abitacoli di auto e bus in cerca di eventuali migranti dal Myanmar senza documenti. Dicono che serve molta fortuna per passare, se non si è pagata la gang di contrabbandieri giusta fin dall’arrivo notturno sul confine d’acqua. ALMENO 300MILA UOMINI, donne e bambini, dissidenti e lavoratori migranti dal giorno del golpe...