Mahamat-Saleh Haroun, il mio Ciad
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Mahamat-Saleh Haroun, il mio Ciad

Da «Una madre, una figlia»

Intervista Il regista parla del suo ultimo film, «Una madre, una figlia»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 23 aprile 2022
Non è facile sentire e portare su di sé il «peso» di un’intera cinematografia. Mahamat-Saleh Haroun rappresenta, voce sola e costante dalla metà degli anni Novanta, quella del suo paese, il Ciad. Una voce potente che, film dopo film, si è alzata per narrare figure femminili e maschili, la tradizione e il cambiamento, relazioni familiari e sociali, le conseguenze della guerra civile in Ciad, l’emigrazione in Francia, il rapporto con la memoria e il presente. Tappa più recente di questo percorso di ricerca è Una madre, una figlia (attualmente in sala), in originale Lingui. «È una parola ciadiana, un precetto...

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