Visioni
Mal(e) d’Africa, l’ambiguità violenta dell’Occidente
Cinema Al festival parigino Cinéma du Réel viene presentato «África 851» di Pilar Monsell. Dialogo frammentato tra la regista e il padre omosessuale, fatto di silenzi e domande indirette
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Cinema Al festival parigino Cinéma du Réel viene presentato «África 851» di Pilar Monsell. Dialogo frammentato tra la regista e il padre omosessuale, fatto di silenzi e domande indirette
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 26 marzo 2015
In questi giorni è appena uscito in Francia Mon occupation préférée, un libro-intervista di Avi Mograbi «guidato» nella conversazione da Eugenio Renzi. Quello di Mograbi, lucido narratore critico del suo Paese, Israele, è un cinema alla prima persona, e non solo perché il cineasta ne è narratore e protagonista ma soprattutto perché la sua presenza determina l’invenzione della forma cinematografica, quel muoversi sul bordo di realtà e messinscena che è il segno forte di ogni suo film. La scelta della prima persona, declinata in modi diversi, è ricorrente nel cinema di realtà, pensiamo a Ross McElwee, o ai magnifici diari...