Eh già Made in Italy sono parole inglesi…incapaci!
Scritto ciò, sapere, saper essere e saper fare dovrebbero essere le competenze in uscita che la scuola dovrebbe garantire nell’ ambito del diritto allo studio. Tuttavia c’è già una divisione profonda negli indirizzi di scuola superiore che decretano la divisione tra futuri dirigenti e futuri lavoratori, tra medici e operai… che ha antiche radici catto-borghesi. L’ idea del governo si ispira certamente a quelle radici e oggi a rafforzare attraverso l’ istruzione valori neo-liberisti e neo-fascisti: infatti si parla di liceo e non di altri istituti scolastici. Infatti è un nuovo modo di fare selezione omologando e indottrinando.
Stiamo dirottando le future generazioni verso la deriva culturale e non abbiamo certo bisogno di nuove formule propagandistiche per risollevare le sorti dei ragazzi. Invece abbiamo necessità che in ogni scuola vi sia la possibilità di sviluppare il pensiero critico e la capacità di partecipare al processo di crescita umana, culturale del Paese coinvolgendo tutti gli studenti anziché creare ammassi di sole braccia per i campi. Perché così è: spesso negli istituti professionali troviamo studenti indirizzati perché non bravi a scuola, con difficoltà scolastiche e comportamentali. Entrano già marchiati ed è un miracolo quando riescono ad uscirne con un diploma. A queste scuole occorre restituire dignità così come allo stile cognitivo di ogni studente che nella maggior parte dei casi non possiede un’ intelligenza verbale ma logica/intuitiva esperenziale che va canalizzata per acquisire successo scolastico. Senza contare i tanti docenti che si ritrovano quasi in trincea nell’ affrontare l’ emergenza educativa a scuola e che necessiterebbero di formazione costante e di risorse non in un’ ottica di cura e prevenzione ma pro-attiva verso queste menti spesso condannate alla dispersione scolastica. Ragazzi e ragazze meritano di percorrere una strada scolastica al pari dei loro compagni del liceo. Ho visto ragazzi “uscire” dalle professionali e diventare medici, avvocati, attivisti politici, insegnanti… così come ho visto agricoltori e allevatori che non si sono piegati al sistema perché hanno avuto la fortuna di incontrare insegnanti validi e riscattarsi con la loro intelligenza.