Alias Domenica
Manzù e Fontana, due spirituali nella materia
Manzù-Fontana, un dialogo in mostra a Roma, Castel Sant'Angelo, e ad Ardea I due artisti che meglio hanno interpretato il dramma del «sacro», e della scultura, nel Novecento: liberi da vincoli e precetti
Lucio Fontana, «Frate che scrive» (part.), 1952 (fusione 1971-’72), Milano, Veneranda Fabbrica del Duomo
Manzù-Fontana, un dialogo in mostra a Roma, Castel Sant'Angelo, e ad Ardea I due artisti che meglio hanno interpretato il dramma del «sacro», e della scultura, nel Novecento: liberi da vincoli e precetti
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 29 gennaio 2017
Due porte legano in modo non programmato il destino di Giacomo Manzù e Lucio Fontana. Due porte non qualsiasi. Lo scultore bergamasco nel 1947 iniziò il tormentato percorso per una delle porte della Basilica di San Piero; nel 1950 fu la volta di Fontana, chiamato a concorrere per la quinta porta del Duomo milanese. Manzù alla fine, nel 1963, riuscì nell’impresa, ma solo grazie a un colpo di mano di papa Roncalli, bergamasco come lui, che forzò le esitazioni curiali. Fontana invece dovette rinunciare per estenuazione, di fronte alle infinite correzioni di rotta chieste dalla committenza. «La mia porta avrebbe...