Internazionale

Marcia Tiburi, Bolsonaro e il «fascismo tropicale»

Marcia Tiburi, Bolsonaro e il «fascismo tropicale»La filosofa e scrittrice brasiliana Marcia Tiburi

Intervista Parla la filosofa in esilio. «Formalmente sono una persona bandita, perseguitata e più volte minacciata di morte: non solo dalle milizie, ma da quei gruppi che svolgono il ruolo di milizie mediatiche»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 4 giugno 2019
Fuori dal Brasile, nessuno si capacita di cosa sia successo al paese. «Come ha potuto conquistare il potere uno come Bolsonaro?», si sente spesso chiedere la filosofa e scrittrice Marcia Tiburi. Per lei, che ha dovuto lasciare il Brasile in seguito alle tante minacce di morte ricevute, la vittoria di Bolsonaro non è stata però un fulmine a ciel sereno. Sui segnali evidenti di un’ascesa del fascismo nel paese, infatti, aveva già messo in guardia, prima ancora del golpe contro la presidente Dilma Rousseff, nel suo libro del 2015 Come conversare con un fascista. E ora che quei timori sono...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi