Cultura
Maria Mulas, la curiosa testimone degli anni Sessanta
Incontri Intervista nello studio della fotografa mentre a Roma apre la sua mostra. Il mondo in uno scatto: da Hockney a De Chirico, passando per Virna Lisi fino a Andy Warhol. «Il bianco e nero è più originale perché non è reale. Il colore è meno legato all’invenzione e qualche volta, se viene male, è anche brutto»
Nello studio di Maria Mulas, Milano – foto di Manuela De Leonardis
Incontri Intervista nello studio della fotografa mentre a Roma apre la sua mostra. Il mondo in uno scatto: da Hockney a De Chirico, passando per Virna Lisi fino a Andy Warhol. «Il bianco e nero è più originale perché non è reale. Il colore è meno legato all’invenzione e qualche volta, se viene male, è anche brutto»
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 27 settembre 2018
Non ci si sente soli nello studio-archivio di Maria Mulas (Manerba del Garda 1935, vive e lavora a Milano), a due passi da Corso di Porta Ticinese, circondati dai tantissimi volti di personaggi del mondo dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Ci sono i ritratti di Leo Castelli, David Hockney, De Chirico, Andy Warhol, Louise Bourgeois, Bruce Nauman, Robert Rauschenberg, Keith Haring, Hans Richter, Gilbert & George, Giosetta Fioroni, Alberto Burri, Carla Accardi, Jannis Kounellis, Virna Lisi, Nanni Moretti, Henry Moore, Silvana Mangano. Una loro selezione sarà esposta a Roma in occasione della personale Maria Mulas. Solo show (a cura di Barbara...