Alias Domenica
Marina Cvetaeva, l’eco del visibile
Letteratura russa Vent’anni dopo, dal suo esilo in Francia, Marina Cvetaeva rievoca la breve intimità con l’attrice «Sonecka», quell’incontro «interminabile e fuggevole» di una notte del 1919: da Adelphi
Natal’ja Goncharova, Natura morta con cappello e ombrello, 1908-09
Letteratura russa Vent’anni dopo, dal suo esilo in Francia, Marina Cvetaeva rievoca la breve intimità con l’attrice «Sonecka», quell’incontro «interminabile e fuggevole» di una notte del 1919: da Adelphi
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 31 marzo 2019
Sonecka (a cura di Serena Vitale, traduzione di Luciana Montagnani, Adelphi, pp.278, euro 14,00), o meglio Racconto su Sonecka come suona il titolo nell’originale russo (perché cambiarlo?) è uno di quei piccoli libri che sulla bilancia del cuore possono pesare più di intere biblioteche. La sua lettura ha conseguenze indelebili, come tutto ciò che è stato scritto sotto il dettato della fatalità e della necessità. Durante l’estate del 1937, mentre trascorre qualche settimana di vacanza con suo figlio Mur a Lacanau Océan, sulla costa della Gironde, Marina Cvetaeva compie un atto che è poetico tanto quanto è magico: evoca un...