Alias
Mario Boccia, ho guardato nel mirino di uno Zastava M76
La testimonianza Sarajevo 1993, nella postazione serbo-bosniaca di prima linea a Grbavica
Mario Boccia, Postazione sul Monte Trebevic, 1992
La testimonianza Sarajevo 1993, nella postazione serbo-bosniaca di prima linea a Grbavica
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 5 dicembre 2020
Nel 1993 ho avuto l’opportunità di guardare dentro il mirino telescopico di un fucile Zastava M76, l’arma più usata dai tiratori scelti di quel conflitto. Era puntato verso il basso in una postazione serbo-bosniaca sopra il cimitero ebraico di Sarajevo. La visione artificiale riprodotta venticinque anni dopo nelle fotografie di Luigi Ottani è di un realismo inquietante. Il cecchino riassume l’orrore della guerra in un gesto: è nascosto, invisibile, spara e vede morire la sua vittima. È fin troppo facile odiare chi spara sui civili, bambini compresi, ma se li immaginiamo come dei mostri facciamo un errore. La loro tecnica...