Visioni
Markus Imhoof, il mio cinema nasce dalle memorie
Intervista Conversazione col regista di «La barca è piena», narratore del nostro tempo e attraverso la storia. L'esperienza personale, i profughi, il nuovo progetto sulle radici famigliari
Markus Imhoof nel 1986
Intervista Conversazione col regista di «La barca è piena», narratore del nostro tempo e attraverso la storia. L'esperienza personale, i profughi, il nuovo progetto sulle radici famigliari
Pubblicato quasi 2 anni fa
Giuseppe GariazzoTORINO
Ha iniziato a fare cinema negli anni Sessanta: corto e mediometraggi di finzione e documentari, tra cui uno sulle prigioni, Rondo (1968), proibito in Svizzera fino al 1976. Poi, nel 1974, l’esordio nel lungometraggio con Fluchtgefahr, ancora a tematica carceraria. Per giungere nel 1981 alla realizzazione di La barca è piena, ambientato durante la seconda guerra mondiale in una piccola comunità di campagna dove trovano rifugio dei profughi ebrei, che lo avrebbe posto all’attenzione internazionale e alla candidatura all’Oscar per il miglior film straniero. Di lì continua un personale e intimo percorso di ricerca dove la Storia si intreccia con...