Perché analisi marxiste aggiornate e preziose, come ad esempio questa di Kohei Saito, vengono prodotte nei paesi di punta del capitalismo, Giappone, Usa, Europa, e non prevalentemente, come sarebbe più logico, dai paesi che si dichiarano ancora comunisti o socialisti, Cina, Corea del Nord, Vietnam, Cuba? Che, naturalmente, avrebbero tutto l’interesse a costruire una forte teoria critica del capitalismo moderno e quindi una valida alternativa ad esso?
Il fatto che questi paesi, che si ispirano al marxismo, partecipino ormai stabilmente al mercato capitalistico globalizzato, in particolare e con un ruolo da protagonista primario la Cina, e non abbiano perciò convenienza a criticarlo, potrebbe essere un buon motivo?
E d’altra parte, la ormai lunga sussistenza in questi paesi di strutture politico-istituzionali d’impronta marxista-leninista, accanto alla partecipazione e addirittura alla difesa dei principi del libero mercato capitalistico, non rappresenta una contraddizione forte per l’ideologia e la cultura occidentale, tanto da motivare in diversi esponenti della sua intelligenza, insieme agli evidenti difetti del sistema capitalistico, un rinnovato interesse per un aggiornamento del marxismo in grado di superare tali gravi difetti?
Vedo poi una mancanza, una lacuna, nelle domande e nelle risposte dell’intervista di Roberto Ciccarelli al Prof. Saito: il Leninismo. Cioè la nascita rivoluzionaria e l’implosione finale dell’URSS.
Risponde Kohei Saito:
“Molte persone hanno capito che il capitalismo non funziona bene, ma non hanno altre soluzioni a questo problema, perché non conoscono altre società oltre al capitalismo. Marx, e i marxisti, invece sì. E noi ci proviamo. È molto importante creare di nuovo questo tipo di immaginazione.”
Come si concilia l’affermazione che molte persone non conoscono altre società oltre al capitalismo con la storia dell’Unione Sovietica, conclusa poco più di trent’anni orsono e che incide sicuramente in modo negativo sull’immaginario collettivo moderno?
Il “nuovo tipo di immaginazione” non capitalistica può prescindere dalla metabolizzazione critica dell’unica realizzazione concreta del marxismo in senso leninista?