Visioni
Mathieu Amalric, l’ambiguità del mélo per liberarsi del dolore
Intervista Il regista e attore francese parla di «Serre-moi fort», il film che ha aperto il nuovo festival di Villa Médicis a Roma che prosegue fino al 19 settembre. Protagonista Vicky Krieps in un viaggio che diventa eleborazione del lutto
Mathieu Amalric – Dominique Charriau/WireImage
Intervista Il regista e attore francese parla di «Serre-moi fort», il film che ha aperto il nuovo festival di Villa Médicis a Roma che prosegue fino al 19 settembre. Protagonista Vicky Krieps in un viaggio che diventa eleborazione del lutto
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 16 settembre 2021
Eugenio RenziPARIGI
Mathieu Amalric è uno degli attori francesi più talentuosi della sua generazione. È suo il volto di uno degli ultimi personaggi che il cinema francese è riuscito a creare: Paul Dedalous in Comment je me suis disputé di Arnauld Desplechin. Negli ultimi vent’anni ha girato con Iosseliani, Spielberg, Wes Anderson, Roman Polanski, solo per citarne alcuni. Eppure, Mathieu Amalric ha sempre considerato la propria carriera d’attore come un’attività secondaria, accanto a quella di regista. Mentre, nonostante il successo di Tournée (2010), La Chambre Bleue (2014) e Barbara (2017), il pubblico e la critica continuano in fondo a vedere in lui...