Internazionale
Mattanza e buen retiro, la penisola degli scrittori
Crimea Mandel’stam, Tolstoj, Volosin, Littell, nella letteratura russa l’immagine di giardino di delizie trapassa senza soluzione di continuità in efferate carneficine
Immagini dal ciclo fotografico "Snobismo crimeano" (1982) del fotografo ucraino Boris Michajlov
Crimea Mandel’stam, Tolstoj, Volosin, Littell, nella letteratura russa l’immagine di giardino di delizie trapassa senza soluzione di continuità in efferate carneficine
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 4 marzo 2014
«A certuni poter uccidere impunemente fa l’effetto di un bagno in fresche acque effervescenti, e per questa razza di persone, dagli occhi castani infantilmente sfrontati e pericolosamente vacui, la Crimea era soltanto una stazione termale dove si sottoponevano a un ciclo di cure osservando un regine tonificante e salutare per la loro indole». Così Osip Mandel’stam scriveva all’inizio degli anni Venti, rievocando a distanza di tempo i mesi trascorsi nella città di Teodosia mentre infuriava la guerra civile. Nell’omonima prosa (inserita nella raccolta Il rumore del tempo, a cura di Daniela Rizzi, Adelphi, 2012), lo stile frammentario e sperimentale del...