Politica
Mattarella, una lettera e tre destinatari: governo, parlamento e Consulta
Decreto "sicurezza" Firma con avvertimento, il presidente segue una prassi inaugurata da Ciampi e assai utilizzata da Napolitano. Per il costituzionalista Azzariti rischia così di indebolire le sue prerogative. Per l'ex presidente della Corte costituzionale Flick avvertimenti del genere sono rivolti alle camere che ora devono convertire il testo
Quirinale – Emblema
Decreto "sicurezza" Firma con avvertimento, il presidente segue una prassi inaugurata da Ciampi e assai utilizzata da Napolitano. Per il costituzionalista Azzariti rischia così di indebolire le sue prerogative. Per l'ex presidente della Corte costituzionale Flick avvertimenti del genere sono rivolti alle camere che ora devono convertire il testo
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 5 ottobre 2018
Conta più la firma o la lettera? La domanda, dopo la decisione di Mattarella di accompagnare l’emanazione del decreto “sicurezza” con una sottolineatura indirizzata al capo del governo, è giustificata dal fatto che questa volta il richiamo del presidente della Repubblica riguarda il complesso della legge e il suo rapporto con la Costituzione. Già in passato questo capo dello stato aveva accompagnato la promulgazione di leggi con una lettera al presidente del Consiglio, secondo una prassi che data dalla presidenza di Ciampi e che si è prepotentemente affermata nel novennato di Napolitano. Ma i rilievi di Mattarella si erano concentrati...