Italia
Maurizio Maggiani: «Il ponte è luminoso, ma dov’è la nostra luce? Edificare è conflitto»
Intervista Due anni dopo il crollo del ponte Morandi, torniamo a parlarne con lo scrittore «genovese per scelta». «Saliamoci su, ma per andare dove? Ce l’ho col Pd, con un sistema di persone che non ha interesse a governare ma è solo assorbito dalla folle e miserabile gestione del potere. O anche solo dell’illusione del potere»
Il crollo del viadotto Morandi due anni fa, in basso il nuovo ponte San Giorgio – LaPresse e Ansa
Intervista Due anni dopo il crollo del ponte Morandi, torniamo a parlarne con lo scrittore «genovese per scelta». «Saliamoci su, ma per andare dove? Ce l’ho col Pd, con un sistema di persone che non ha interesse a governare ma è solo assorbito dalla folle e miserabile gestione del potere. O anche solo dell’illusione del potere»
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 14 agosto 2020
Lo avevamo sentito due anni fa, Maurizio Maggiani, quando ancora aveva negli occhi le immagini terribili del ponte Morandi che crollava. Lo scrittore pluripremiato e giornalista, che cittadino di Genova lo è per scelta, e non banalmente solo per nascita, non si è mai allontanato da quel vuoto che ora, nel secondo anniversario della tragedia, è tornato pieno. Di cemento e di acciaio, di vita e di movimento, ma è un pieno solo parziale. Due anni fa ci diceva: «Genova è morta». Ora sono già tornate le code sul nuovo viadotto, dunque è viva? Beh sa, anche gli zombie si...