Italia
Maurizio Maggiani: «Era un ponte verso il sol dell’avvenire. Ora Genova è morta»
Intervista «Costruito nel pieno dell’illusione della grande città dell’acciaio, così slanciato e così sovietico, era l’orgoglio di tutti. Anche mio, che non faccio l’operaio metallurgico». Parla il pluripremiato scrittore, genovese d’adozione, che del capoluogo ligure ha raccontato e fotografato l’anima vera.
Il ponte Morandi a Genova crollato sul Polcevera e su via Fillak – LaPresse
Intervista «Costruito nel pieno dell’illusione della grande città dell’acciaio, così slanciato e così sovietico, era l’orgoglio di tutti. Anche mio, che non faccio l’operaio metallurgico». Parla il pluripremiato scrittore, genovese d’adozione, che del capoluogo ligure ha raccontato e fotografato l’anima vera.
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 15 agosto 2018
È triste e addolorato, Maurizio Maggiani, e anche molto arrabbiato. Ma soprattutto sembra già struggere di nostalgia per quel ponte con cui aveva fatto «amicizia», di cui aveva «imparato a fidarsi», come tutti i genovesi. E sì che lui, giornalista, fotografo e scrittore, insignito di prestigiosi premi per le sue opere narrative (Campiello, Viareggio, Strega e numerosi altri) è un genovese d’adozione, proveniente dalla Val di Magra, l’ultima propaggine ligure prima della Toscana che Dante Alighieri cita nel Purgatorio. Ma lui come tutti quelli cantati in Genova per noi, «la superba» l’ha sognata e desiderata. E raccontata, con uno sguardo...