Alias Domenica
Max Ernst, il dilagare ordinato delle illusioni
A Milano, Palazzo Reale L’intelligente allestimento non inchioda l’attenzione su opere-feticcio ma lascia che si venga risucchiati nei processi operativi dell’artista, nel suo preciso sistema di regolazione associativa
Max Ernst: «Edipo re», 1922, Svizzera, collezione privata
A Milano, Palazzo Reale L’intelligente allestimento non inchioda l’attenzione su opere-feticcio ma lascia che si venga risucchiati nei processi operativi dell’artista, nel suo preciso sistema di regolazione associativa
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 16 ottobre 2022
Giuseppe FrangiMILANO
Max Ernst, artista dilagante. Percorrendo le sale della mostra curata da Martina Mazzotta e da Jürgen Pech a Palazzo Reale di Milano (Max Ernst, fino al 26 febbraio, produzione e catalogo Electa) si viene continuamente rimbalzati dai muri, dove le opere dipinte si palesano con il loro contenuto ogni volta disorientante, alle vetrine, vere scatole affollate di continui cortocircuiti visivi e mentali. Difficile contare gli oggetti in mostra: anche il ricchissimo ed elegante catalogo, con progetto grafico di Leonardo Sonnoli, evita di darci un numero. Certamente sono tanti, ma alla fine non lasciano la sensazione di un troppo o di...