Visioni

McQueen, il corpo estremo

McQueen, il corpo estremoChiwetel Ejiofor in 12 anni schiavo di Steve McQueen

Oscar Steve McQueen in «12 anni schiavo», vincitore nella categoria miglior film, racconta un'epopea fisica, la stessa di «Hunger». La carnalità è l’agone politico per eccellenza dove si inscena il potere di vita e di morte

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 4 marzo 2014
Se l’Academy ha bocciato un film come quello di Scorsese perché troppo radicale, gli stessi membri della giuria devono aver avuto uno sguardo strabico e allucinato quando hanno deciso di consegnare una delle statuette più importanti a 12 anni schiavo di Steve McQueen. Perché l’ultima opera del regista inglese non è solo un affresco tradizionale sul razzismo né esclusivamente una testimonianza sulle condizioni dei neri d’America nell’Ottocento. Forse l’Oscar a McQueen è stato dettato da un certo perbenismo e un atteggiamento in odore di buonismo, «polically correct», sfoggiato nell’affrontare un tabù endemico. Eppure, c’è qualcosa che va oltre, sfuggito probabilmente...

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