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Megalopoli mondiali all’ombra della saudade

Megalopoli mondiali all’ombra della saudade

Agli inizi degli anni settanta, in una Gran Bretagna invasa dagli ex sudditi dell’impero e già in via di suburbanizzazione, Raymond Williams descriveva in The Country and the City, del […]

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 27 novembre 2016
Agli inizi degli anni settanta, in una Gran Bretagna invasa dagli ex sudditi dell’impero e già in via di suburbanizzazione, Raymond Williams descriveva in The Country and the City, del 1973, la modernità come una tensione persistente tra periferie rurali e centri urbani, le cui tracce si depositavano nell’esperienza materiale delle persone tanto quanto nella loro sfera simbolica. Williams attaccava il neocolonialismo inscritto nella metafora del «villaggio globale», evocando una sensibilità metropolitana il cui codice genetico include anche tutte le mitologie associate all’esperienza del mondo rurale. Negli stessi anni, Italo Calvino raffigurava nelle Città invisibili,il doppio volto della cittadinanza globale...

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