Alias Domenica
Melotti, un angelo nello scheletro del mondo
A Londra, Estorick Collection, "Fausto Melotti: Counterpoint", a cura di Roberta Cremoncini e Giovanna Nicoletti Il pubblico inglese può scoprire la scultura «essenzialistica» di Fausto Melotti, la leggerezza e malinconia di una ricerca fatta esclusivamente di simboli
Fausto Melotti, "La sposa di Arlecchino", 1979, Hauser & Wirth
A Londra, Estorick Collection, "Fausto Melotti: Counterpoint", a cura di Roberta Cremoncini e Giovanna Nicoletti Il pubblico inglese può scoprire la scultura «essenzialistica» di Fausto Melotti, la leggerezza e malinconia di una ricerca fatta esclusivamente di simboli
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 3 febbraio 2019
Stefano JossaLONDRA
L’arabesco e il ghirigoro sono le figure ironiche per eccellenza, secondo Schlegel, perché sono de-centrate, deviano e ritornano, sfuggendo sempre alla convergenza e alla simmetria. Nient’affatto esornative, anzi figure sostanziali: si fanno seguire dall’occhio e invitano alla concentrazione. Chissà se ci pensava Fausto Melotti quando nel 1955 realizzava Arabesque, una collezione di ghirigori a tempera e bruciatura su carta: schizzi di nero e terra a cespugli e gruppi sul predominante fondo ocra della superficie di supporto. Astrattismo, certo, ma forse c’è qualcosa di più: la realtà non esiste che attraverso i simboli che la catturano, usava dire. Una specie di...