Visioni

Meschinità e bellezza del mondo, Zurlini nelle pagine di un diario

Meschinità e bellezza del mondo, Zurlini nelle pagine di un diarioUn fotogramma da «Estate violenta» (1959) di Valerio Zurlini

Libri Ripubblicato per Mattioli 1885, il regista ci lavorò fino a pochi giorni prima della morte. Le grandi passioni tra amicizie, film non realizzati, ricordi partigiani. Le introduzioni di Pratolini e Tuena

Pubblicato 11 mesi faEdizione del 5 gennaio 2024
Fenomenologia della malinconia; patina bronzea, brunita nello spazio del «quadro»; e gli esseri che v’errano, vi si smarriscono, quasi spettri consumati dalla tristezza, come una bruma scarnificante le sagome: sembrano essere questi gli elementi essenziali, figurali della poetica di Valerio Zurlini, uno dei registi più sensibili, saturnini e appartati della storia del cinema italiano, autore di soli otto lungometraggi tra il 1954 e il 1976 e orfano di almeno tre film che non è mai riuscito a girare. ANCORA OGGI La prima notte di quiete (1972) risulta essere tra i feticci dell’immaginario cinematografico contemporaneo più ancora di film generazionali e...

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