Alias Domenica
Metamorfosi al Castello di Rivoli, un’immersione sensoriale
Al Castello di Rivoli, "Metamorfosi", a cura di Chus Martínez La svedese Ingela Ihrman, il tedesco-iracheno Lin May Saeed, lo svizzero Reto Pulfer e altri esprimono trame segrete: natura, preistoria, gioco... Enormi fiori in tela, nylon e plastica; incisi nel polistirolo, bestie, primitivi e aborigeni; una «nuvola» di tessuti: tutto all’insegna di Ovidio
Uno dei «polistiroli» dell’artista tedesco-iracheno Lin May Saeed alla mostra Metamorfosi del Castello di Rivoli
Al Castello di Rivoli, "Metamorfosi", a cura di Chus Martínez La svedese Ingela Ihrman, il tedesco-iracheno Lin May Saeed, lo svizzero Reto Pulfer e altri esprimono trame segrete: natura, preistoria, gioco... Enormi fiori in tela, nylon e plastica; incisi nel polistirolo, bestie, primitivi e aborigeni; una «nuvola» di tessuti: tutto all’insegna di Ovidio
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 8 aprile 2018
Giacomo DiniRIVOLI, TORINO
In “Il processo e la realtà” del 1929, il britannico Alfred North Whitehead affermava: «Tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone». Con questa frase Whitehead intendeva mettere a nudo l’intima essenza di ogni disciplina scientifica nata in Europa successivamente al pensiero classico dei greci antichi. Un’essenza epistemologica in primo luogo razionalista sviluppata e messa a sistema proprio da Platone attraverso la sua celebre dottrina delle Idee, secondo cui la vera realtà non consisterebbe nei fatti concreti del mondo, ma in un orizzonte astratto popolato di concetti generali, onnicomprensivi, eternamente salvi dal...