Che l’Italia sia una nazione del tutto incompiuta, a più di 150 anni dalla “Spedizione garibaldina” e a più di 70 dalla nascita della Repubblica figlia del sangue partigiano, è sotto gli occhi di tutti e i dati riportati in questo bell’articolo di Tonino Perna ce lo ricordano crudamente. La “questione meridionale” non solo non è mai stata risolta per davvero ma anzi oggi si presenta quasi nelle stesse identiche condizioni descritte da Salvemini in pieno ottocento: mancanza di lavoro se non in forme schiavistiche, assolutamente precarie e incerte, assenza di tutele e calpestamento dei diritti più elementari ad una vita decente e sana, nessuna o quasi alternativa all’emigrazione se non si dispone di amicizie e non si è disposti ad essere clientes di qualche potente papavero “alto-locato”, deturpamento totale del territorio, abusi e illegalità di ogni tipo (mafie e non solo) consentiti in nome del dio ”business”, infrastrutture allo sfascio, assistenza sanitaria e istruzione pubbliche ormai quasi agli infimi livelli statunitensi (ovvero chi se li può permettere si rivolge al privato che funziona, gli altri possono schiattare), servizi (raccolta rifiuti in primis, acqua, corrente elettrica) fatiscienti, giustizia e pubblica amministrazione totalmente e “irridentemente” inefficienti e paralizzate (a tutto vantaggio come sempre dei protetti e dei privilegiati di cui sopra) e chi più ne ha più ne metta. E’ questa l’Italia, anzi le Italie , di oggi, altro che storie! Due Italie che sembrano unite solo dalla condizione della città capitale, Roma, un tempo città assimilabile a certe città del nord Italia e ormai sempre più simile e degna capitale di un sud Italia allo sbando nelle suddette condizioni …