Visioni
«Mi chiamo David Jones», Londra negli anni del Duca
Stardust Bowie Da Lambeth a Soho, viaggio nei quartieri della città che come lui non hanno mai smesso di evolversi. Abbandonata nel ’74, la capitale ha lasciato sull’artista un segno indelebile
David Bowie, scatti di copertina per Scary Monsters, 1980
Stardust Bowie Da Lambeth a Soho, viaggio nei quartieri della città che come lui non hanno mai smesso di evolversi. Abbandonata nel ’74, la capitale ha lasciato sull’artista un segno indelebile
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 20 novembre 2016
Leonardo ClausiLONDRA
Non è ancora un anno che parliamo di David Bowie al passato e già si profila la prima salva postuma di uscite discografiche e teatrali, a ricordarci quanto più povero sia oggi il mondo dei molti che lo amano visceralmente. Lazarus, il musical al quale lavorava fino a poco prima della fine, trasloca da off-Broadway per aprire al Kings Cross Theatre di Londra (fino al 22 gennaio, vedi recensione sotto), preceduto dal relativo Lazarus Cast Album, che ne contiene la musica: alcuni dei classici senza tempo più tre brani inediti, gli ultimi. Un ritorno a casa postumo per il figlio...