Alias Domenica
Michel Houellebecq, romanticismo frustrato + reazione = noia
Casi critici Svestiti i panni dell’erotomane profeta, lo scrittore francese rivela, in «Annientare», ambientato nel 2027, quel lirismo un po’ adolescenziale che covava sotto le ceneri del fuoco misogino: da La nave di Teseo
Sophie Calle, «Stanza numero 12» dalla serie «L’Hotel», 1981
Casi critici Svestiti i panni dell’erotomane profeta, lo scrittore francese rivela, in «Annientare», ambientato nel 2027, quel lirismo un po’ adolescenziale che covava sotto le ceneri del fuoco misogino: da La nave di Teseo
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 23 gennaio 2022
Titolo incendiario, sostanza pompier. Se voleva stupire, con il suo ultimo romanzo – Annientare (traduzione di Milena Zemira Ciccimarra, La Nave di Teseo, pp. 752, euro 23,00), Michel Houellebecq c’è riuscito: pochissimo sesso, quasi nessuna provocazione politica; molto amore coniugale, molti buoni sentimenti. Soprattutto, pochissime idee: è un romanzo-romanzo, perfino ‘di genere’; non un romanzo a tesi come i suoi libri più interessanti. Che manchino i consueti rigurgiti razzisti e islamofobi, o che il primo «pompino», peraltro interrotto, arrivi dopo più di quattrocento pagine, potrebbe essere una buona notizia. In realtà, svestiti i panni che più gli sono consoni, quelli...